L'origine incerta - Le forme della materia.

“Non posso essere infelice di lasciare questo massacro.”


 

La consapevolezza di aver perso ogni treno
mi rende insensibile di fronte al futuro.
È quasi un sollievo.

Tutto è importante solo se pensi che sia vero.
È questa credenza —
questa relazione malata con la verità
che acceca.

L’aspettativa è il preludio alla felicità.
E forse —
proprio lì,
prima della delusione —
è il suo unico volto.


 

Siamo crocifissi da sofismi,
da doveri verso la nostra stessa sanità.
Ognuno è giudice,
ognuno carnefice.

La mia vita è fatta per altri.
Io sono solo il teatro.
La vita, un’operazione chirurgica
condotta su un paziente sedato.


 

Essere ludici
nell’estremo buio.
Cercare un punto in cui la scelta
non è obbligata,
ma volontà pura.

Le ore misurano la mia anima.
E le dicono:
“Ecco. Questo è tutto.
L’ignoto eterno.
Sempre uguale a se stesso.”


 

La morte è necessaria
per far brillare la vita altrui.

Ma è il visionario che deve morire.
Il piccolo io, che pensa troppo.

“Voglio morire. Quale destino mi attende?”

Amare la vita.
Poi metterla da parte.

[Separazione]

Se fossi un mediocre impiegato,
o un dipendente di fast food,
in attesa dell’amore immortale,
allora potrei dire sì.

Se fossi scontato,
potrei vendere il mio sangue infetto
al miglior offerente.

Ma esco,
non badando ai rumori delle cose.
Entro, salgo, attraverso.



La stanza.
Un volto sbigottito.
Un riflesso che non voglio più vedere.

La scena che segue è oscura e simbolica.
Non è reale, non è sogno.
È necessità.

Un gesto che recide.
Un’ombra che dissolve una forma.
Una presenza che viene annullata,
perché quell’espressione,
quel volto,
non può più esistere.



Voci.
Telefono.
Sguardi.
Nessuna parola ha più senso.
Ogni contatto è una minaccia.
Ogni affetto, un nodo malato.

Una figura entra.
Scopre ciò che resta.
Urla che non sono grida,
ma segni gutturali
di qualcosa che si rompe per sempre.

Il tempo si ferma,
poi si contorce.



Tutto viene avvolto.
Coperto. Legato.
Non c’è più carne.
Ci sono due forme
che non appartengono più alla vita.

Al centro della stanza
si compie un rituale.

Non un atto fisico.
Non un crimine.

Ma un’offerta alla distruzione.
Una cerimonia della dissoluzione.
L’ultimo abbraccio tra due corpi
che non si amano più
e che non potranno più odiarsi.



Poi il fuoco.
Il verde che trasuda ovunque.
L’odore del finale.
Una scintilla come testamento.

Au revoir, mes amis.


[Transizione]

Questo impeto all’azione
è pericolo puro
per un tempo che vuole dormire.

Ti aspetto da troppo.
Mi sono logorato a cercare
un sogno che non esiste.

Mio padre: poliziotto.
Mia madre: psichiatra.

Un maestro della disciplina.
Uno sbirro dell’anima.
La combinazione perfetta
per finire così.



Novanta giorni.
Chiusi qui.

Ho provato a soffrire tutto il possibile.
A deformarmi.
A ridurmi.

Quando ho cercato di darmi regole
ho pianto.
Per un giorno intero.

Poi ho sentito una presenza,
silenziosa, sottile.
Mi sono lasciato prendere.



Ora esco.
Non vedo l’ora di morire.

È come un primo appuntamento.
Il mio primo amore.



Duecento chilometri.
La spiaggia.

Lascio chiavi, vestiti, portafogli.
Indosso un asciugamano nero.

Prendo la spada di mio padre.

Il passato non mi appartiene più.
Neanche i ricordi.



Mi inginocchio.
Le onde mi sfiorano.

Il cielo bacia la mia pelle
e saluta.

Respiro.
Mi scopro.
Impugno la lama.
Chiudo gli occhi.

Amore per sempre.
Materia vivente. Cruda. Vera.



Mi chino.
Il sale sulle labbra.
L’immaginazione accende l’ultimo fuoco.

Perdonate il mio transito
per questi luoghi di sogno.


[Coda]

Quando ero piccolo dicevo:
“Oh Dio, prendi me.
Lascia agli altri la luce.”

Non ho mai creduto in Dio.
Non sono nemmeno battezzato.

Assurdo.
Tutto è assurdo.

La trama della mia vita
è fatta di simboli,
reticoli,
mostri immensi
che non posso attraversare.

Pensavo che la metamorfosi fosse il sale.
E ho trovato un pasto insipido.

Vegetali. Cereali. Frutta.

Ho provato a donare il cervello.
A lasciarmi scrivere nelle trame.

Ma ogni carne ha un prezzo.
Ogni bestia una soglia.



Non dimenticate:
la malattia è ancora in giro.

Sei una stella.
Il mondo è intorno a te.
Esprimi un desiderio.
Domina la notte.

Questo è il pianeta.
Una meraviglia contaminata.


Au revoir, Fausto.

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